comitatoacquacomo@gmail.com
7 Aprile Mariano - A C Q U A, bene comune UN’UTOPIA?
L’UNI3 (Università Terza Età) di Mariano Comense organizza per la serata di venerdì 7 aprile un incontro, aperto alla cittadinanza, sul tema dell’acqua, al termine di un anno dedicato a questa preziosa nostra risorsa, analizzata nei suoi vari aspetti: scientifico, antropologico, artistico, geografico, sociale, giuridico ed economico.
Con l’aiuto di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” nonchè membro dell’associazione “Contratto Mondiale sull’Acqua”, e di Igor Malgrati, ingegnere del Comitato Internazionale Croce Rossa, cercheremo di capire come l’acqua da risorsa è diventata merce redditizia che anima un gigantesco giro d’affari i cui protagonisti sono gli Stati e mega imprese multinazionali, come tutelarci e come permettere che tutti ne abbiano accesso, che tutti possano godere di acqua “buona”, insomma che ci sia veramente un DIRITTO ALL’ACQUA.
Durante l’incontro si spazierà dall’ambito internazionale a quello locale. Si discuterà della disponibilità e dell’uso dell’acqua nel Mondo, anche con gli esempi concreti di alcuni Paesi, tra cui in particolare Yemen e Afghanistan. Fino ad arrivare alla gestione del servizio idrico nel territorio della provincia di Como e quindi anche di Mariano Comense: cos’è successo dopo il Referendum del 2011? come funziona la gestione degli acquedotti nel nostro territorio? come cambierà la bolletta dell’acqua nei prossimi anni?
L’incontro è a ingresso libero ed aperto a tutti.
VENERDI’ 7 APRILE ORE 21 – SALA CIVICA, PIAZZA ROMA, MARIANO COMENSE
Crisi del sistema idrico italiano: l'unica soluzione è una gestione pubblica, partecipativa ed eco-compatibile dell'acqua
Istituita nel 1992 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Giornata Mondiale dell’Acqua dovrebbe costituire un importante occasione di riflessione a livello nazionale e internazionale. Purtroppo, sempre più spesso, tale riflessione viene piegata agli interessi delle grandi lobby economico-finanziarie che perseverano nella strategia volta alla definitiva mercificazione del bene acqua.
Per queste ragioni, come movimento per l'acqua, ci sembra opportuno prendere parola provando ad individuare gli elementi critici e i nodi da sciogliere per giungere finalmente ad una reale tutela di questo bene e ad una sua gestione pubblica e partecipativa.
A distanza di quasi sei anni dai referendum del 2011 appare evidente come l'esito sia stato prima disconosciuto, poi disatteso e infine sia stata messa in campo, da parte di tutti i Governi che si sono succeduti alla guida del paese, compreso l'attuale, una strategia volta a rilanciare i processi di privatizzazione del servizio idrico e degli altri servizi pubblici locali, oltre a reinserire, tramite il nuovo metodo tariffario elaborato dell'AEEGSI, la voce che garantisce il profitto ai gestori.
Il combinato disposto di diversi provvedimenti approvati negli ultimi anni costruisce un meccanismo per cui, attraverso processi di aggregazione e fusione, i quattro colossi multiutility attuali - A2A, Iren, Hera e Acea - già collocati in Borsa, potranno inglobare tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici, divenendo i “campioni” nazionali in grado di competere sul mercato globale. Senza contare i tentativi in atto di privatizzare l'Acquedotto Pugliese, il più grande d'Europa.
Altro passaggio significativo rispetto alla pervicacia con cui si sta contraddicendo la volontà popolare è quanto avvenuto alla Camera ad aprile scorso quando il PD e la maggioranza hanno stravolto la legge sulla gestione pubblica del servizio idrico, svuotandone l'impianto generale e travisandone i principi essenziali.
Come movimento per l'acqua continuiamo a ribadire la necessità di una radicale inversione di rotta. Infatti, l'analisi dello stato dell'arte del sistema idrico italiano è impietosa e continuano ad emergere dati sconcertanti: bassi investimenti, reti vecchie con dispersione elevatissima e ritardi nella depurazione, delineando così un sistema gravemente malato.
Sul tema degli investimenti e della tariffa va ricordato che il finanziamento del servizio idrico integrato ha dimostrato il suo fallimento dal momento in cui al principio del “full cost recovery”, ossia il costo totale del servizio deve essere interamente coperto dalla tariffa, si è associato l'affidamento a soggetti privati.
I dati in tal senso parlano chiaro: aumenti delle tariffe (+ 100 % tra il 2000 e il 2016 - dati Federconsumatori Ottobre 2016) e calo degli investimenti di circa il 50 % rispetto agli anni novanta.
D'altra parte il quadro che emerge rispetto alla distribuzione dei dividendi e degli utili realizzati in 5 anni tra il 2010 e il 2014 dalle 4 grandi multiutility (A2A, Iren, Hera e Acea), ossia i modelli che si vorrebbe esportare su tutto il territorio nazionale, è assolutamente esplicito e chiarisce ogni dubbio rispetto a quella che è la vera finalità di queste aziende. La loro vocazione non è produrre servizi pubblici, ma distribuire dividendi ai soci. Queste aziende, cumulativamente, nel periodo indicato hanno prodotto utili netti per circa 1 miliardo e 800 milioni di € e hanno distribuito ancora di più, oltre 2 miliardi di € di dividendi. Un dato più che eclatante da cui si evince che, per garantire una quota significativa di dividendi, queste aziende si indebitano scaricando sulle generazioni future i risultati di oggi.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Roma, 16 marzo 2017
Il pesantissimo giudizio dell'Autorità Anticorruzione guidata da Raffale Cantone sulla svendita di LGH ad A2A non ci coglie certamente di sorpresa. In base a quanto riportano i giornali, le conclusioni dell'istruttoria dell'ANAC rispecchiano pari pari il contenuto dei tanti documenti che il Comitato Acqua Pubblica, insieme a pochi altri soggetti, ha prodotto e diffuso in quelle convulse settimane di fine 2015.
Una vendita mascherata (anche male) da partnership, una totale assenza di competizione di mercato, la perdita definitiva del controllo di servizi fondamentali da parte delle istituzioni locali. Detto questo, l'analisi dell'ANAC si muove (correttamente) nell'ambito di un controllo procedurale: l'ANAC dice che non si poteva evitare la gara per la scelta dell'acquirente, secondo la "scolastica" applicazione del liberismo nei servizi pubblici con cui ci hanno ubriacati in questi anni.
Blue Book 2017: la cura è peggio della malattia
Leggi tutto: Blue Book 2017: la cura è peggio della malattia