comitatoacquacomo@gmail.com
Qualche riflessione sulle affermazioni del presidente di A2A
25 gennaio 2016
Un ringraziamento a Giovanni Valotti, presidente di A2A e di Utilitalia. Finalmente ci ha chiarito i
veri scopi di queste holding multiutility. Il servizio pubblico non è lo scopo, è lo strumento per
produrre profitto. Non avevamo dubbi. Nelle società di diritto privato l’oggetto sociale non è lo
scopo ma lo strumento e, quindi, anche nel servizio pubblico, compreso l’idrico, si applica la stessa
regola.
L’upside industriale del gruppo, l’aumento del titolo in borsa del 50% negli ultimi diciotto mesi (in
realtà è stato meno del 30% e del 3,53% negli ultimi cinque anni), i riassetti societari, finanziari,
sono, secondo Valotti, gli elementi di spicco che dovrebbero rassicurare.
L’operazione di acquisizione della maggioranza di Linea Group sarà, per il Dott. Valotti, foriera di
sinergie che porteranno ad un miglioramento del MOL del 15%. A beneficio di chi? Non certo degli
utenti che da queste sinergie vedranno solo aumentare le bollette! Nemmeno a beneficio degli
investimenti visto che nel 2014 gli investimenti in strutture operative sono stati il 54% degli
ammortamenti e il 35% del MOL.
Valotti informa anche che è aumentata la partecipazione in ACSM-AGM, società pure quotata, e
che la società spalanca le porte a chi vuole entrare nella “multiutility dei territori”. Quali territori?
Che siano stati ripristinati i “feudi”? Solo due territori si avvantaggiano di queste conquiste: i
Comuni di Brescia e di Milano. Tutti gli altri portano acqua ai due feudatari. L’operazione LGH è
lineare. A2A acquista il 51% del capitale sociale di LGH e diventa socio di maggioranza con tutto
quello che significa essere socio di maggioranza. Grazie alle azioni ricevute in parziale pagamento,
n. 57.815.668 (calcolato sulla base della quotazione al 15.01.2016) gli attuali soci di LGH potranno,
al contrario, contare, complessivamente, su una quota del 1,85% che nessun peso avrà sulle
decisioni condizionate da due soci con il 50% del capitale sociale e legati da un patto parasociale.
Se dopo i tre anni convenuti, non si trovasse un accordo per la continuazione del rapporto o per la
fusione? Nessun timore, la soluzione è già pronta. A2A si è tenuta un diritto di “call”, ossia il diritto
di portarsi a casa anche il restante 49% a prescindere dalla volontà degli attuali detentori. Les jeux
sont faits. Questa è la multiutility dei territori.
Significativa è anche l’indicazione di prevedere aumenti di capitale per portare liquidità e nuovi
soci in sostituzione della solita vendita per fare cassa. Ma come faranno i Comuni a far quadrare i
propri bilanci? Semplice, basterà cedere l’opzione di sottoscrizione dell’aumento di capitale (i
diritti) e cassa la faranno sia i Comuni che la società. Se non saranno sufficienti ci sono sempre i
dividendi. Il 2014 è stato un bell’esempio. A fronte di € 8,3milioni di utili, sono stati distribuiti €
112,7milioni di dividendi.
Tutto legittimo, forse inopportuno e discutibile sul piano etico considerata la natura dei ricavi e
l’origine del Capitale Proprio. Che cosa si pretende, del resto, se in tutta l’intervista non è stata
spesa una parola sulla qualità dei servizi o sulla tutela degli utenti?
Si inizia con l’upside industriale e si finisce con la richiesta di libertà di gestione come per le società
private, ovviamente mantenendo le tariffe che garantiscono la copertura dei costi, degli
investimenti e della remunerazione del capitale proprio investito. Le società private, però, non
beneficiano di queste garanzie perché i prezzi li fa il mercato e non un Autorità.
Non ritiene, il Dott. Valotti, che sia necessario anche un po’ di rispetto per i veri proprietari di
queste società che sono i cittadini e i loro Comuni? Non dimentichi che il Capitale Proprio da
remunerare è quello proveniente dalla trasformazione delle vecchie municipalizzate incrementato
grazie agli utili realizzati con la gestione. Per sua stessa ammissione la quotazione in Borsa non ha
portato risorse alla società ma ai soci, i Comuni di Milano e Brescia e dal 2008 ai soci privati che ne
beneficiano per aver comprato le azioni dai due Comuni.
Anche quello con i territori e con i cittadini è solo un rapporto di partnership come nel caso
dell’acquisizione del 51% di LGH?
Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l’Acqua Bene Comune
BRESCIA - Comitato Acqua Pubblica Brescia
COMO - Comitato Comasco Acqua Pubblica
CREMONA - Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese
LECCO - Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni
LEGNANO - Comitato Acqua Bene Comune Legnano Altomilanese
LODI – Comitato Lodigiano Acqua Pubblica
MANTOVA - Comitato Acqua Bene Comune di Mantova
MILANO - Comitato Milanese Acquapubblica
MONZA-BRIANZA - Comitato per l'Acqua Bene Comune della Provincia di Monza-Brianza
PAVIA - Comitato provinciale pavese 2SI per l'Acqua Bene Comune
SARONNO - Comitato del Saronnese Acqua Bene Comune
SONDRIO - Coordinamento Acqua Pubblica della provincia di Sondrio
VARESE - Comitato per l'Acqua Bene Comune della provincia di Varese
FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA
Ritorno al futuro per energia e acqua pubbliche
Acqua Bene Comune Napoli
La proposta di legge sul ciclo integrato delle acque approvata oggi, 16 novembre 2015, dal Consiglio Regionale della Campania con metodo assai discutibile, fissa le regole di una materia delicatissima relativa alla gestione dell’acqua. Il Commissario Straordinario di Abc, Avv.to Maurizio Montalto, presente alla seduta del suddetto Consiglio regionale, ha assistito personalmente e doverosamente all’approvazione della norma, così come altri rappresentanti di gestori campani. La pressione delle lobby private, che vogliono sovvertire l’esito del referendum con il quale nel 2011gli italiani hanno optato inequivocabilmente per la gestione pubblica e senza profitti privati, si è fatta sentire ed è stata approvata una norma che punta ad affondare la gestione pubblica di Abc Napoli, Azienda Speciale, e mette definitivamente le fonti nelle mani delle multinazionali. Chiediamo che con senso di responsabilità, sia revocata la suddetta norma e che sia avviata una discussione seria e democratica sul tema.
Il Commissario Straordinario
Avv.to Maurizio Montalto
Gestione dell'acqua in provincia di Como: bisogna accelerare l'operatività di Como Acqua srl
«I sottoscritti - scrivono i delegati Cgil nelle aziende dell'acqua - intendono intervenire in merito al processo di affidamento della gestione dell'acqua al soggetto unico provinciale Como Acqua srl.
(riferimento: www.provincia.como.it/news/AFFIDAMENTO-COMO-ACQUA.html)
Precisiamo anzitutto che condividiamo il progetto di affidamento ad un unico soggetto, totalmente pubblico, così come previsto al Referendum sull'acqua votato dalla maggioranza degli Italiani nel 2011
Però a questo punto occorre accelerare il percorso di fusione delle società esistenti (e di cessione del ramo idrico per le aziende pluri-servizi); riteniamo che il percorso ipotizzato dall'ATO e dalla Provincia di Como, che si concluderà dopo il 2017, risulta troppo lungo e farraginoso.
Secondo noi occorre rendere operativa il prima possibile la società unica COMO ACQUA srl.
Inoltre il percorso deve avvenire con tutte le necessarie garanzie per i lavoratori del settore, i quali devono essere inquadrati con lo stesso contratto (gas-acqua) e con le stesse tutele.
Tutto quanto sopra a garanzia dei lavoratori stessi, ma soprattutto con l'obiettivo di migliorare il servizio di gestione degli acquedotti, delle fognature e dei depuratori, nell'interesse di tutti i cittadini e dell'ambiente».